Il tratto di litorale tra il Rio Maroccone e il Rio Rogiolo, o “Costiera di Calafuria” esteso tra il Castello del Boccale e il Castel Sonnino, corrisponde ai tre km nei quali la falesia di arenaria si eleva maggiormente ed i fondali si approfondiscono più rapidamente rispetto a tutto il litorale roccioso a Sud del Porto di Livorno, e rappresenta una zona d’alto pregio paesaggistico e biologico.
Dal punto di vista dell’ambiente terrestre, è un’area dove le Colline Livornesi si affacciano sul mare in una naturale terrazza che rappresenta la prima roccaforte rocciosa dopo i litorali sabbiosi del Nord della Toscana. Dal punto di vista marino costiero, l’area è situata in una zona di transizione tra le acque maggiormente trofiche a nord della Toscana e quelle più oligotrofiche a Sud. Questo tratto di costa è caratterizzato da fondali prevalentemente rocciosi che scendono piuttosto repentinamente dalla superficie fino a – 10 e poi – 52 metri. A circa 250 metri dalla linea di costa inizia una falesia che forma uno scalino che, da 20 metri di profondità, raggiunge rapidamente i 40-45 metri, seguita da fondale fangoso.
L’area costiera è molto frequentata in tutte le stagioni e su di essa insistono varie attività produttive, sia in terra che in mare.
L’eterogeneità morfologica dell’area crea una molteplicità di ambienti che permette lo sviluppo di differenti comunità e contribuisce al mantenimento di un’elevata biodiversità.
Già lungo la scogliera, nell’area mesolitorale, dove l’azione del mare ha favorito la formazione di cavità che presentano al suo interno ecosistemi articolati, dimorano organismi tipici degli ambienti profondi o sciafili. Inoltre, le antiche cave di arenaria, conosciute come piscine per il loro caratteristico aspetto, fungono da vere e proprie nurseries.
Le aree comprese fra i 3 ed i 10 m di profondità, sono caratterizzate da mosaici algali, zone di pascolo di ricci e praterie di Posidonia oceanica, con copertura variabile interrotte da limitate aree sabbiose a formare piccole baie.
A circa 20 mt di profondità le scogliere, pressocchè verticali, terminano su un fondo fangoso a circa 40 metri. La falesia oltre i 20 mt è caratterizzata da tratti di parete verticale che presentano numerose cavità ed anfratti irregolari di diverse dimensioni. Questi anfratti costituiscono ambienti scarsamente illuminati, ideali per l’insediamento di organismi sciafili, che necessitano, cioè, di luminosità ridotta. In generale, la scogliera profonda è caratterizzata da popolamenti noti con il termine di coralligeno.
Il coralligeno è una comunità costituita prevalentemente da animali filtratori (poriferi, antozoi, policheti tubicoli e briozoi) e da alcune specie di alghe calcaree; alcuni di questi organismi sono i costruttori del substrato del coralligeno. Il coralligeno di Calafuria è caratterizzato, oltre che da una elevata diversità biologica, da una delle poche popolazioni costiere di corallo rosso. La zona presenta un’elevata torbidità dell’acqua dovuta a fenomeni di sedimentazione la cui intensità varia in base alle condizioni meteo marine; questo è sicuramente uno dei fattori che ha favorito l’insediamento di colonie di corallo rosso superficiali.
La popolazione di corallo rosso dell’area di Calafuria è, da più di dieci anni, oggetto di ricerche da parte della comunità scientifica. L’aspetto più straordinario è che in questa zona sia il coralligeno che il corallo rosso si trovano già ad una profondità di 21 metri. Il corallo rosso superficiale è caratterizzato da :
– elevata densità di colonie (molte decine per dm2);
– piccola taglia delle colonie stesse;
– elevato turnover (alta mortalità e alti tassi di riproduzione);
– un ciclo vitale che non supera i 10 anni (relativamente breve per una specie longeva come il corallo).
Queste colonie presentano un tasso di crescita notevolmente più basso delle colonie dei popolamenti profondi e sono spesso infestate da spugne perforanti. Il popolamento di Calafuria riveste un elevato valore sia in quanto costituisce un sicuro pool di riproduttori per la specie sia perché forte elemento di attrazione per il turismo naturalistico subacqueo. La piccola taglia e le perforazioni rendono il valore commerciale di queste colonie praticamente nullo. Inoltre, è stato dimostrato che queste sono popolazioni geneticamente diverse dalle popolazioni di corallo rosso delle aree limitrofe dell’Isola d’Elba e delle coste Francesi.
Il fatto che la popolazione di corallo in questione sia stata dettagliatamente studiata e descritta ci ha permesso di documentare con precisione l’effetto della moria sulla popolazione di corallo di Calafuria avvenuta a 25 mt di profondità nel mese di settembre 1999, e ci permetterà di seguirne la ricrescita futura. Nell’anno 1999 è stata osservata una moria generalizzata associata a un notevole e anomalo incremento termico in tutto il Mar Ligure, dalla provincia di Livorno fino alla Francia. Questo eccezionale incremento termico ha trovato ampia documentazione nei dati raccolti dal battello oceanografico di ARPAT. La moria ha interessato tutta la comunità del coralligeno colpendo soprattutto spugne e gorgonie e, in parte, anche il corallo rosso. Tutta la comunità del coralligeno, che vive generalmente al disotto del termoclino, si è trovata improvvisamente esposta a temperature di almeno due gradi superiori rispetto a quelle massime annuali.
Anche i popolamenti fitobentonici della costa rocciosa compresa tra i castelli del Boccale e Sonnino offrono aspetti particolarmente interessanti. Nella zona sono state infatti segnalate specie rare per la regione geografica considerata, come per esempio l’alga bruna Cystoseira humilis Kützing, che ha nella scogliera livornese l’unica stazione riconosciuta dell’Italia occidentale.
I popolamenti ittici rilevati attraverso un censimento visivo e riportati in uno studio recente condotto da ricercatori dell’Università di Pisa, hanno mostrato elevati valori di biodiversità. La presenza di popolamenti ittici ancora ricchi e diversificati, nonostante l’alta pressione di prelievo e l’elevata frequentazione turistica, mette in evidenza le potenzialità dell’area probabilmente legate ad un’alta capacità portante dell’ecosistema che permette una ricostituzione relativamente veloce degli stocks, dovuta anche alla morfologia dei fondali che consente ampie possibilità di rifugio delle specie ittiche.
Alla fine degli anni ‘80, i popolamenti marini del litorale di Calafuria sono stati oggetto dei primi studi sperimentali di ecologia marina effettuati in Mediterraneo e l’area di Calafuria è stata inclusa quale sito mediterraneo in uno studio sulla perdita di biodiversità a scala europea.
In conclusione, questi ambienti sono di importanza strategica sia per la notevole rilevanza ecologica, dovuta ad una elevata diversità di specie, sia per la presenza di numerose specie di interesse commerciale che fungono da attrazione per il turismo subacqueo e sportivo.